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Studioso attento e scrittore raffinato e sensibilissimo alla scrittura, ancorché sfiduciato della possibilità di comunicare, vittima di una specie di understatement che lo paralizzava di fronte a impegni lavorativi più sistematici e ampi, nonostante gli inviti e le insistenze degli amici, Renato Serra resta principalmente l'autore stupefatto e stupefacente di quell'Esame di coscienza di un letterato che è un po' l'autobiografia di un mondo che sta dissolvendosi, ma anche lo scrittore di lettere di grande umanità che provano quanto per lui l'amicizia fosse importante, come dimostra lo scambio epistolare con Giuseppe De Robertis, nell'andamento della sua crescente intensità.